Di seguito potete trovare video e testo del mio intervento al Senato in dichiarazione di voto sul decreto Cultura-Turismo:
MONTEVECCHI (M5S). Signor Ministro, colleghi, ci troviamo oggi a votare, a distanza di pochi giorni, la seconda fiducia: venerdì abbiamo votato la fiducia sul decreto competitività, oggi votiamo la fiducia sul decreto art bonus. Se non sbaglio, è la decima fiducia dall’inizio di maggio, la quattordicesima dall’avvento dell’era Renzi: pare davvero che quanto detto dalla collega Petraglia del Gruppo Misto-SEL, ovvero che siamo di fronte alle prove di un monocameralismo, sia confermato dal modus operandi di questo Governo dal suo insediamento ad oggi, e la cosa non ci piace per nulla. Se fossero infatti così le cose – parafrasando una nota locuzione latina – si potrebbe dire che «ubi Renzi Parlamentum cessat». (Applausi dal Gruppo M5S).
Non entrerò nel dettaglio del decreto, perché già i miei colleghi del Movimento 5 Stelle, così come i colleghi di altre forze politiche, hanno «scandagliato» il provvedimento, mettendone in luce i pregi e i difetti, anche se non ci è dato modo di intervenire ulteriormente sul decreto in esame.
Voglio ricordare, infatti, che era previsto che questo provvedimento approdasse in Aula il 21 luglio, tant’è che le forze di minoranza in Commissione, in pieno spirito collaborativo, avevano ritirato gli emendamenti per permettere al decreto – lo ribadisco – di approdare in Aula il 21 luglio, così che il testo potesse essere emendato e tornare alla Camera per la ratifica finale. Ci sono però le riforme costituzionali e questo decreto, come il decreto competitività, è stato sacrificato sull’altare renziano delle riforme costituzionali, il che la dice lunga.
Andiamo avanti, però, e diciamo quello che a noi sarebbe piaciuto fare e di cui avremmo voluto parlare.
Per quanto riguarda, ad esempio, l’articolo 1, quello che riguarda il mecenatismo, va benissimo il mecenatismo, così come va benissimo rastrellare risorse per tutelare e valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale. Vorrei però ricordare a chi è intervenuto in precedenza e ha ascritto tutti i problemi della mancanza delle risorse al comparto culturale ai Governi precedenti, che anche nella legge di stabilità votata nel 2013 ci sono stati ulteriori tagli al comparto della cultura e al mondo della scuola: sarebbe bene quindi specificare a quali Governi precedenti si riferivano i colleghi. A noi risulta che rispetto al Governo precedente, se parliamo in termini di Presidenti del Consiglio, le cose non siano cambiate con riferimento alla tradizione dei tagli perpetuati al comparto della cultura: anzi, nonostante fossero state fatte delle promesse, come ho ricordato davanti a milioni di telespettatori nel salottino di Fazio, i tagli sono stati fatti. Quando si parla, quindi, di Governi precedenti sarebbe bene identificarli.
Sempre in merito alle risorse da rastrellare per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico, vorrei ricordare al Ministro che le nostre città d’arte soffrono anche di problemi molto più spiccioli che noi che viviamo a Roma abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. Per esempio, nel centro storico di Roma il turista, ogni due passi, rischia di cadere perché il pavé, formato da sampietrini, manca di sampietrini o gli stessi non sono ben posizionati. Si rischiano quindi sempre cadute e il turista, che dovrebbe poter camminare con il naso all’insù per godere delle bellezze che lo circondano, deve avere lo sguardo costantemente rivolto a terra. Queste possono essere sciocchezze, ma in una città d’arte, se si vuole mettere il turista nelle condizioni di poter fruire della bellezza che lo circonda, questo non costituisce un dettaglio da poco.
Non è un dettaglio da poco neanche avere una stazione dei treni al cui arrivo pare di essere giunti nella kasbah di Marrakech, senza nulla togliere a quella kasbah, che è bellissima da un punto di vista folcloristico, in essa però i turisti rischiano continuamente di essere derubati o di salire su taxi abusivi e i controlli non sono sufficienti. Va benissimo quindi il mecenatismo per recuperare il nostro patrimonio artistico, benissimo tutto, però non dimentichiamoci i dettagli, perché il diavolo si annida proprio lì.
Vengo ora all’articolo 2 su Pompei. Se è vero, come si poteva evincere nella formulazione originaria dell’articolo, che uno dei problemi del Grande progetto di Pompei è l’armonizzazione tra esigenze di tutela e valorizzazione e il codice degli appalti, ci chiediamo come mai non si sia sfruttata questa occasione per fare un ragionamento più ampio. Il problema di armonizzare le esigenze della tutela e della valorizzazione dei nostri siti artistici con il codice degli appalti – se è questo uno dei problemi – non interessa solo Pompei, ma anche tutti gli altri siti artistici. Forse questa era l’occasione per iniziare un ragionamento più ampio.
Per quanto riguarda l’articolo 3 sulla Reggia di Caserta, non ci pare che la gestione sia affrontata nella prospettiva di progettare una sua valorizzazione nel rispetto degli articoli 6 e 111 del codice dei beni culturali e del paesaggio, in quanto il compito di verificare la compatibilità tra gli usi effettivi del complesso monumentale e la sua destinazione non è affidato alla Soprintendenza speciale, ma a un commissario. Anche in questo caso abbiamo un commissario straordinario, che mi auguro un giorno venga in Commissione: purtroppo, infatti, non abbiamo avuto ancora il piacere di audire il commissario straordinario per le fondazioni lirico-sinfoniche. Mi riferisco alla Commissione del Senato: capisco che nel vostro progetto noi ormai siamo figli di un Dio minore, ma ancora esistiamo e, finché è così, ci parrebbe giusto e rispettoso che ci fosse data l’autorità e il rispetto di cui dovremmo godere. Speriamo dunque di poter vedere, insieme al commissario straordinario per le fondazioni lirico-sinfoniche, e al direttore unico generale di Pompei, che ancora non ha avuto il piacere di deliziarci della sua presenza (e sono convinta che avrebbe cose molto interessanti da raccontarci), speriamo un giorno di poter vedere il commissario straordinario e poter capire quali sono i frutti del suo lavoro.
E dal momento che siamo in clima di commissariamenti, perché non commissariare il Governo, a questo punto? (Applausi dal Gruppo M5S).
Quanto all’articolo 7, ci chiediamo perché il fondo istituito non sia destinato anche a dei piani seri di monitoraggio e manutenzione programmata nonché di interventi a carattere preventivo. Noi avevamo presentato due emendamenti che andavano in questa direzione, perché uno dei problemi non solo dei nostri siti archeologici, ma anche del nostro patrimonio artistico, è proprio il monitoraggio e le opere di prevenzione.
Per quanto riguarda l’articolo 8, secondo noi persiste ancora il rischio di precariato per le professioni dei beni culturali. Per le guide turistiche, di cui all’articolo 11, non è per nulla risolto il problema. L’articolo 12 istituisce una Commissione di garanzia per la tutela del patrimonio culturale. Questa Commissione, oltre ad essere pericolosa, è anche inutile: pericolosa perché si mette il controllore nelle mani del controllato e perché molto spesso i problemi di mancanza di rispetto della tutela del paesaggio derivano proprio da pratiche poco virtuose in seno agli enti locali; inutile perché eventualmente ci sarebbero altri strumenti per controllare l’operato delle Soprintendenze e per fare ricorso contro le loro decisioni.
Lei, signor Ministro, prima ha citato Winston Churchill. Forte della sua citazione, che noi condividiamo nel profondo del cuore, le chiediamo – poiché la cultura ha bisogno di risorse – di prendere la citazione che lei ha fatto, di conservarla nel cuore, di andare dal Ministro della difesa e convincerla ad abbandonare il programma degli F35. (Applausi dal Gruppo M5S). Questo significherebbe essere coerenti con una citazione fatta non fine a se stessa, ma perché si crede veramente a quello che si dice.
Concludo il mio intervento affermando che a noi sarebbe davvero tanto piaciuto votare favorevolmente su questo decreto, ma – e lo dico con grande rammarico – purtroppo saremo costretti a votare contro. (Applausi dal Gruppo M5S).