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Stop al ddl scuola

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Quello che vorremo nelle nostre scuole in questo mio intervento al Senato:  

MONTEVECCHI (M5S). Signor Presidente, «La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo»: questa è una celebre frase di Malcom X. Allora, siccome oggi si parla di coloro che saranno il nostro futuro e del luogo in cui dovrebbero essere formati, vi voglio raccontare la nostra visione di scuola innovativa, quella visione che in questo disegno di legge – mi dispiace – non c’è.

ripscuolaUna vera scuola innovativa per noi sarebbe una scuola sicura dal punto di vista dell’edilizia; una scuola sana, dove gli studenti non sono costretti, come nella scuola «Leonardo da Vinci» di Firenze, a non correre o a non giocare per non sollevare fibre di amianto, pericolosissime, dannosissime, nocive per la loro salute. Questa è una scuola innovativa. Una scuola innovativa è una scuola che ha spazi adatti a nuovi modi di fare scuola, a nuovi modelli educativi, dove gli studenti non sono relegati dietro a banchi, per ore e ore, a castrare la loro creatività, la loro pulsione.

La scuola innovativa è quella dove agli alunni si insegna a collaborare; si insegna il principio che nessuno deve rimanere indietro. E il fatto che nessuno rimanga indietro non preclude che i talenti siano valorizzati. Si insegna a tutti che la propria evoluzione personale e il proprio sviluppo possono andare di pari passo con lo sviluppo e l’evoluzione degli altri, in un contesto di armonia e non di sterile concorrenza del mercato. (Applausi dal Gruppo M5S).

Quella che vogliamo noi è una scuola che esce dalla scuola, che esce da quei muri, che dà la possibilità agli studenti di sperimentare il mondo, ma non di sperimentarlo in una sterile alternanza scuola-lavoro che li vorrebbe schiavi delle logiche del mercato, secondo cui chi nasce in un territorio dove si fanno le calzature diventa un bravo manovale dentro ai calzaturifici. Noi non vogliamo questo. È roba da Medioevo, e non da scuola innovativa. (Applausi dal Gruppo M5S).

Vogliamo scuole in cui gli insegnanti siano valorizzati e motivati ad esprimere al meglio la propria funzione sociale, e non insegnanti ricattati, perché il loro incarico ogni tre anni sarà rinnovato da un dirigente scolastico che avrà la facoltà, quindi, di decidere del loro futuro. Insegnanti valorizzati, quindi, insegnanti valutati. Gli insegnanti non hanno paura di essere valutati, signori. Ma, per essere valutati, bisogna essere messi nelle condizioni di essere valutati. (Applausi dal Gruppo M5S).Bisogna avere gli strumenti per essere bravi insegnanti, e solo allora si può essere valutati. Ma valutati per fare cosa? Per punire? No. Secondo noi, la valutazione deve essere tesa al miglioramento, alla propria evoluzione come insegnanti. Questa dovrebbe essere la valutazione.

Mi fanno orrore le parole di alcuni colleghi che dicono che le scuole sono diventate un ammortizzatore sociale, un luogo dove gli insegnanti si parcheggiano perché sanno che non saranno valutati e perché hanno paura di essere licenziati. Fanno orrore queste frasi pronunciate qua dentro. (Commenti della senatrice Bottici).

Vorremmo scuole dove gli insegnanti si sentano liberi e non schiavi di un dirigente scolastico; si sentano non di dover compiacere il dirigente scolastico ma liberi di insegnare, di insegnare la pluralità del pensiero, liberi di trasformare gli specchi in finestre – come diceva Harris – perché uno specchio riflette la nostra immagine e basta; una finestra ci apre una visione sul mondo, ci apre la mente.

E nella riforma della scuola, nella good school di Renzi – inizio a parlare anch’io in inglese e magari il Premier finalmente mi ascolta – tutta questa roba non c’è. Nella good school di Renzi il pensiero monocratico si insinua all’interno delle scuole. C’è un dirigente scolastico che definisce il piano dell’offerta formativa e, quindi, che cosa sarà insegnato all’interno delle attività extracurriculari, e a cosa si darà più peso o meno peso all’interno di quelle previste dai programmi ministeriali. Questo non va bene in un mondo che ci impone le sfide che ci impone.

Noi vorremmo una scuola innovativa dove, al suo interno, le classi non sono dei pollai; classi con un numero adeguato di alunni, che permetta agli insegnanti di svolgere la loro funzione sociale, ovvero quella di seguire i ragazzi, di dedicarsi a loro per farli evolvere, per intercettare i loro talenti, per aiutarli a sviluppare le loro inclinazioni, e non un insegnante che diventa il custode di un pollaio.

Noi vorremmo una scuola innovativa in cui i bambini con disabilità abbiano un insegnante di sostegno adeguatamente formato; una scuola dove le classi per i bambini con disabilità si trasformino non in parcheggi, ma in luoghi in cui intercettare e sviluppare le loro potenzialità (Applausi dal Gruppo M5S e della senatrice Bignami), per fare in modo che siano adulti inclusi nella società, partecipi e possano sentire dentro di sé l’orgoglio di dare il proprio contributo alla vita della comunità. Vorremmo anche che gli alunni con disabilità abbiano i necessari assistenti, perché alcuni di essi non riescono a compiere da soli anche le azioni che a noi sembrano banali, come recarsi alla toilette (Applausi dei senatori Centinaio e Candiani).In uno Stato civile e democratico questi bisogni essenziali dovrebbero essere garantiti a tutti nelle scuole e si dovrebbe garantire che siano svolti con decoro e dignità, perché questa è una scuola civile, in un Paese civile. (Applausi dal Gruppo M5S).

Vorremmo una scuola innovativa in cui gli insegnanti non siano turlupinati con un bonus di 500 euro annui: tutti sanno benissimo che 500 euro annui non sono nulla per formarsi veramente. Vorremo una scuola innovativa che sblocchi gli scatti stipendiali e paghi i docenti in linea con i colleghi europei, visto che questa riforma guarda all’Europa. (Applausi dal Gruppo M5S). Colleghi, i nostri docenti sono i meno pagati in Europa. Eppure, portano avanti con grande dignità la loro funzione sociale. E vorremmo anche insegnanti equipaggiati e vorremmo che i migliori lavorassero non nelle scuole di élite, ma in quelle di frontiera, dove c’è più bisogno di recuperare la gioventù e di intercettare la creatività e i talenti, che faranno della nostra classe adulta una classe di eccellenza.

Concludendo, vorremmo una scuola innovativa e non ci arrendiamo, non ci rassegniamo a questa riforma della scuola. Sappiamo che la scuola saprà trovare le energie e le risorse per continuare a lottare e a ribellarsi perché – come sta scritto nel Talmud – «il mondo può essere salvato solo dal soffio della scuola». E noi tutti siamo convinti che la scuola manderà quel soffio su se stessa e ci libererà da questa riforma oscena. (Applausi dal Gruppo M5S e dei senatori Bignami e Candiani).

1 Commento

  1. Gentile senatrice, sono sinceramente sorpreso di quante chiacchiere e propaganda ci siano nel suo intervento e quanti scarsi riferimenti concreti ai provvedimenti. Evidentemente non si discute di fatti ma si fanno solo discorsi elettorali. Sicuramente questo riguarda comunque tutti i partiti.
    Non sono assolutamente un fanatico di questo governo che sta operando male su molte cose, ma obiettivamente sta facendo qualcosa in alcuni campi. La realtà credo sia semplicemente che le riforme e le leggi bisogna farle con i deputati e i senatori che ci sono, i quali sono chiaramente, nella grande maggioranza, persone poco raccomandabili, per usare un eufemismo. Ovviamente non mi riferisco al nostro movimento, ma agli altri.
    Ora, per capire qualcosa, da vecchio simpatizzante radicale, sono andato a leggermi il testo, visto che da nessuna parte e purtroppo neppure dai suoi interventi sono riuscito a capire qualcosa.
    Sinceramente nulla di scandaloso, la cosa più terribile, i presidi che assumono come vogliono, eccolo qua:
    “A decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, per la copertura dei posti dell’istituzione scolastica,
    il dirigente scolastico propone gli incarichi ai docenti di ruolo assegnati all’ambito territoriale di
    riferimento, prioritariamente sui posti comuni e di sostegno, vacanti e disponibili, al fine di
    garantire il regolare avvio delle lezioni, anche tenendo conto delle candidature presentate dai
    docenti medesimi e della precedenza etc. etc.”
    Bene, finalmente qualcuno che decide qualcosa in parziale autonomia e che risponde di quello che fa, visto che verrà valutato sulle sue decisioni.
    Esattamente quello che ci vuole in Italia. Perché non va bene? Preferisce concorsi ridicoli e graduatorie costruite con punteggi dei quali spesso non si capisce la ratio, con la quale masse di ignoranti hanno popolato i ranghi degli insegnanti affossando tutti coloro che invece meritavano e meritano di fregiarsi del titolo di professore? Non sarà meglio guardare in faccia chi dovrà insegnare, leggere il suo curriculum e decidere se va bene o no? Esattamente quello che succede nei paesi civili. Ma no, meglio un bel punteggio, una nomina caduta dall’alto e tuo figlio farà 3 o 5 anni con un totale incapace, magari. Che bello!
    Certo, può succedere anche con la chiamata diretta, ma un pochino più difficile sarà, no?
    Se vuole saperlo, penso che ogni scuola dovrebbe avere un consiglio di amministrazione che assume TUTTI gli insegnanti, li licenzia se necessario, rinnova o non rinnova i contratti.
    Esattamente quello che accade nei paesi evoluti.
    Guarda caso le proteste sconvolgenti vengono dagli insegnanti. Non ho visto folle di genitori a protestare.
    La sa una cosa? Qunado un’intera categoria protesta vibratamente, mi sorge spontaneo uin sospetto. A pensar male si fa peccato, ma ci si indovina.
    E non faccio eccezioni neppure per la mia categoria (sono un medico) quando protestano tutti spesso qualcuno sta cercando di sradicare qualche privilegio.
    La scuola italiana è a livelli da quinto mondo, con poche eccezioni. Sono stato studente, ovviamente, insegnante per un periodo non piccolissimo (ai miei tempi spesso si studiava e si lavorava, era frequente e io ho fatto quello), genitore di due studenti.
    La scuola italiana non va riformata, va buttata giù dalle fondamenta e ricostruita. Non credo e spero che questa riforma lo farà presto e bene, perché le resistenze delle lobby sono troppo forti.
    Lei dice che è scesa in piazza con gli insegnanti. Le sembra un titolo di merito? A me no. Scendere in piazza con qualsiasi categoria che protesta, inclusi i medici per evitare sospetti sulla mia imparzialità, non è per niente il ruolo dei senatori della repubblica. Lei sta lì per rappresentare i cittadini, anche quelli stufi di una scuola vergognosa, ridicola e indegna di una nazione civile.
    Nessuno deve restare indietro?? Egualitarismo sessantottino. Nella scuola ci devono essere promossi e bocciati, solo il merito deve essere premiato, finiamola con idee da Lotta Continua o Cobas.
    Invece di pubblicare propaganda, pubblichi i (non pochi) emendamenti che ha presentato, così si potrebbe capire se veramente lei voleva andare nella direzione giusta.
    Questa Italia va cambiata profondamente, ma la strada è lunga e difficile, va affrontata con serietà.
    Aspetto di leggere gli emendamenti, se le sembrano troppo noiosi, crei una sezione apposita, vedrà che avrà molti lettori interessati. Magari faccia una selezione e li illustri con qualche rigo, se trova il tempo. In fondo lo stipendio lo prende da noi cittadini e se usa il tempo per rendere conto, nulla di male.
    Mi scusi se le sembro sarcastico o poco educato. La scuola è un mio pallino da sempre, il motivo per il quale alcune nazioni sono superiori alle altre però sta proprio nella scuola. So che sono controcorrente rispetto ad altri del M5S, ma non ci posso fare nulla, dico sempre quello che penso e non mi tengo ceci in bocca, come si dice in Toscana.
    Spero che per i voti degli insegnanti il M5S non dimentichi tutti gli altri cittadini, che hanno bisogno di una scuola che funzioni.
    Comunque continui ad impegnarsi con questa forza, sono convinto che persone come lei possano migliorare l’Italia, anche e forse soprattutto quando le idee non collimano con altri. Dal confronto nasce la ricchezza (del pensiero).
    Un saluto a tutti e a lei in particolare, senatrice Montevecchi

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