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Notte Bianca della Democrazia: il mio intervento a difesa della Costituzione!

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A voi il mio intervento durante la “Notte Bianca della Democrazia”.
Ricordatevi: Renzi ha detto che, se vincerà il no durante il referendum confermativo di questa riforma costituzionale, si ritirerà dalla politica. Ecco a voi il migliore dei motivi per andare al referendum confermativo e votare NO! E speriamo che nell’andarsene si porti via anche tutte le varie ancelle di cui si circonda.

 

MONTEVECCHI (M5S). Presidente, inizierò rispondendo agli interventi di tre colleghi che mi hanno preceduto, per dare una parvenza di dibattito, ad un dibattito che è una sorta di convitato di pietra in questo iter di riforme costituzionali. Proviamo dunque a creare una parvenza di dibattito.

Vorrei in primo luogo informare il senatore Mancuso, che lamentava di non essere stato iscritto con sufficiente minutaggio e rimandava al successivo passaggio della riforma per una migliore gestione dei tempi in Assemblea, che questo è l’ultimo passaggio della riforma in Senato e questo la dice lunga su tante altre cose.

Il senatore Collina, che era particolarmente ispirato questa sera, ha invitato a cambiare il Paese, partendo da noi stessi. Senatore Collina, per l’amor di Dio, concordo pienamente con lei su questa dichiarazione, ma credo che, se volessimo veramente cambiare noi stessi e cambiare quindi il Paese, dovremmo partire da numerose altre cose e iniziare a mettere a posto tante scelleratezze che sono uscite da questo Parlamento, anche grazie al suo voto: poi parleremo anche di queste cose. Il senatore Collina ha detto anche che la riforma è un passo importante del Governo, per cambiare il Paese. Ci saremmo aspettati tanti altri passi importanti nella vita legislativa del Governo Renzi: Letta, come dire, più che un ologramma è stato una meteora. Poi continua affermando che i colleghi che non capiscono questa cosa sono ciechi. A me pare, invece, che chi contesta questa riforma ci veda benissimo. Non importa godere di vista buona o essere filologi provetti e raffinati per capire che il testo di questa riforma è illeggibile, perché specchio e proiezione di una riforma che di per sé non sta in piedi, un papocchio vergognoso che apre la strada a numerosi rischi per questo Paese; non ultimo, anzi il principale, la nostra già assai vituperata democrazia.

Alla fine interviene il senatore Pagliari che contesta alle forze che si stanno opponendo a questa riforma che le stesse, che si proponevano come rinnovatrici, alla prova dei fatti della riforma costituzionale si presentano invece come forze conservatrici, tese a mantenere uno status quo.

Se mantenere la democrazia in questo Paese significa essere conservatori, io mi dichiaro una grande conservatrice e, in questo caso, sono anche fiera di esserlo. (Applausi dal Gruppo M5S).

Ebbene, poiché il nostro Premier, che in altre sedi è stato già definito (anche da me) una persona alla quale piace giocare, un gambler, a cui piace spesso gettare i dadi del destino sui tavoli di questo Parlamento e finora le manovre gli hanno detto abbastanza bene, per quelli che sono i risultati parlamentari, molto male, secondo me, per quanto concerne l’indice di gradimento. E poiché egli vuole trasformare il voto confermativo di questa riforma in un voto plebiscitario per la sua grande opera di statista illuminato di questa legislatura, noi accettiamo questa sfida. Usciamo dal perimetro della riforma costituzionale e diciamo agli italiani perché dovrebbero votare «no» al referendum confermativo.

Di motivazioni, oltre a quelle sacrosante già egregiamente spiegate dai colleghi del Movimento 5 Stelle che mi hanno preceduto – e sono convinta che ce ne saranno altri in grado di spiegarlo ancora meglio – ce ne sono tantissime. Andiamo a vedere perché bisognerebbe dire «no» a quel referendum e quindi a Renzi.

Occorre dire di no perché Renzi si può fregiare di aver fatto approvare lo Sblocca Italia, che ha trasformato questo Paese in un groviera e che farà sì che saranno trivellate aree all’interno di un parco naturale come quello delle Isole Tremiti. Poi dovremo dire di no perché, sempre il Governo Renzi, si fregia di aver fatto una riforma della scuola che consegna a questo Paese una scuola che non sarà più un luogo in cui tutti avranno le stesse opportunità e il merito sarà premiato ma una scuola in cui entreranno prepotentemente le aziende, con tutte le loro logiche, e avrà insegnanti non più liberi di insegnare.

Occorre poi dire di no a questo Governo e al referendum perché ha approvato una legge sull’autoriciclaggio che è una buffonata in quanto il Governo mantiene la possibilità di utilizzare indisturbato quei soldi se utilizzati per fini personali. Poi, andremo a votare «no» perché questo Governo non ha fatto una legge seria per combattere l’evasione. Allora sì che avrebbe portato dei risparmi e tanti soldi nelle casse dello Stato, non quelle briciole che millanta di portare con questa riforma costituzionale.

Apro una parentesi: poiché il nostro caro Premier, nella sua immensa e sconfinata opera di mistificazione della realtà, si permette, a nostro avviso, di dire qua e là qualche piccola bugia, affermando che la riforma del Senato produrrà circa un miliardo di euro di risparmio, vorremmo informare il nostro caro Presidente del Consiglio, evidentemente poco edotto sui bilanci dei due rami del Parlamento, che il bilancio del Senato, nella sua totalità, consta di 500 milioni di euro e il costo dei senatori è di circa 80 milioni di euro. Pensate che il Movimento 5 Stelle, in maniera semplicissima, rinunciando ai rimborsi elettorali, ha già fatto guadagnare 42 milioni di euro allo Stato italiano, quindi la metà di quelli che lui vorrebbe risparmiare a scapito della democrazia in questo Paese. Noi, invece, li abbiamo restituiti e la democrazia è salva.

Bene. Poi il pacchetto anticorruzione. Addirittura, qui non abbiamo visto traccia né del Daspo per i corrotti e neanche della possibilità di sequestrare o confiscare i beni dei condannati per corruzione.

Poi abbiamo il decreto-legge rimborsi, il bonus Poletti, che, con una elemosina, pensava di poter porre rimedio alla vergognosa porcata fatta dalla ex ministra Fornero, che ha illecitamente messo mano alle pensioni degli italiani.

Poi c’è un argomento di grande popolarità, il decreto-legge sulle banche popolari. Già solo questa sarebbe una ragione per andare a votare no al referendum. E non voglio girare il coltello nella piaga perché, anche qui, colleghi più bravi di me del Movimento 5 Stelle hanno già ricordato che cosa sia il decreto banche popolari, cosa sia il decreto salva banche e come, in un rigurgito di orgoglio, la nostra Ministra dovrebbe dimettersi. Il Partito Democratico, infatti, illo tempore chiese le dimissioni di Ministri, se non per molto meno, sicuramente per fatti altrettanto gravi. (Applausi dal Gruppo M5S).

E per il momento riusciamo a vedere solo la punta dell’iceberg. E vogliamo poi parlare di tutti regali alle lobby del gioco d’azzardo? Ma da un gambler non ci si sorprende più di tanto.

C’è il decreto enti locali, che taglia 2,3 miliardi di euro alla sanità. E continuiamo a tagliare alla sanità, alla scuola, alla cultura, perché dobbiamo continuare a favorire le lobby dell’uno e dell’altro e dobbiamo continuare ad investire in missioni militari internazionali. Perché questo sono quelle missioni, anche se noi ci raccontiamo che siano missioni di pace e vogliamo continuare a prendere parte a progetti di costruzione di aerei e di velivoli atti alla guerra che lasciano molto a desiderare.

Poi Renzi è sempre quello dell’Italicum. Praticamente, una legge elettorale che si proponeva di porre rimedio e di correggere il Porcellum e, invece, finisce per essere ben peggio. Ma su questo credo che poi andranno a mettere la manina, dopo l’esito del referendum. Aspettatevelo, cittadini, perché se il referendum dovesse avere un certo esito, io sono convinta che arriverà la manina di qualcuno e modificherà quella legge elettorale.

Vogliamo parlare della riforma della RAI, che rimane lottizzata? Oppure della soppressione del Corpo forestale? Vogliamo parlare dei vari decreti salva ILVA che si sono susseguiti in questa legislatura, confermando la totale incapacità di questo Governo di portare avanti delle agende politiche lungimiranti, dalla parte dei cittadini, che tutelino i diritti sanciti dalla Carta costituzionale, primo fra tutti il diritto alla salute? Ricordiamo, infatti, che ci sono bambini gravemente malati da quelle parti. Noi non li abbiamo sotto gli occhi, ma le loro famiglie convivono tutti i giorni con questa disgrazia e con questa tragedia. E solo questo sarebbe dovuto bastare a questo Governo per fare le cose seriamente.

Una delle motivazioni che il Premier addurrà per convincere i cittadini ad andare a votare sì sarà quello della velocità dei tempi. In altri interventi io ho già ricordato come siate stati molto celeri nell’approvare il lodo Alfano (venti giorni), la già citata legge Fornero (sedici giorni) e, non da ultimo, prendiamo un esempio recente, perché altrimenti sembriamo dei nostalgici che guardano solo al passato. Invece, guardiamo un po’ anche alla legislatura attuale. Nel passato molto recente abbiamo avuto la legge Boccadutri, che avete votato molto rapidamente per accaparrarvi i finanziamenti e quindi per sanare le vostre posizioni.

Io dico che questo Paese si meriterebbe un Governo migliore, un Governo lungimirante, un Governo capace di portare avanti delle agende politiche nel lungo periodo. Ma per fare ciò, questo Governo illuminato dovrebbe avere una qualità che questo Governo non ha, ovvero la capacità di condividere le proprie scelte.

E non lo dico io che sono una povera grillina conservatrice, demagoga, qualunquista. Scegliete voi l’aggettivo che preferite. Pensate un po’ che l’ha detto un grandissimo Capo di Stato, l’ex presidente dell’Uruguay José Mujica, in una famosa e bella intervista rilasciata ad una giornalista italiana. Egli ha sostenuto quanto sia importante per un Governo, e soprattutto per la salute del proprio Paese e dei suoi cittadini, essere in grado di portare avanti delle politiche condivise soprattutto in quelli che sono gli assi portanti della sua vita: infrastrutture e trasporti, che non sono pervenute; istruzione pubblica, anch’essa non pervenuta; sanità e – ahimè – mi si stringe il cuore in questo caso perché, oltre a non essere pervenuta, vi hanno in essa messo mano e ridotto il Paese ad una macelleria sociale; e da ultimo le politiche ambientali ed energetiche. E qui torna in campo lo sblocca Italia, perché sblocca non solo le trivelle, ma anche tanti bei progetti degli amici del Premier, tra i quali uno dovrebbe adesso diventare addirittura il capo dell’unità per la sicurezza cibernetica, ossia della cosiddetta cyber security. Pensate un po’ se Berlusconi avesse fatto una roba del genere, se si fosse cioè permesso di mettere a capo di detta unità, che non è stata istituita da Renzi ma – mi pare – da Monti, il senatore Gasparri o qualunque altro senatore tra quelli a lui all’epoca più vicini. Credo che tutti gli allora parlamentari del centrosinistra sarebbero scesi in piazza a fare girotondi fino a consumarsi i piedi. Ma oggi invece lo fa Renzi e l’amico in questione è il signor Carrai, il quale, nello sblocca Italia, ha come regalino l’aeroporto di Firenze-Peretola.

Non dimentichiamo che, nello sblocca Italia, oltre al regalino per Carrai e i trivellatori, c’è anche un bel colpo di spugna su tutte le tutele del nostro patrimonio paesaggistico-ambientale. Certo, in fondo quale patrimonio paesaggistico- ambientale ha l’Italia? Nessuno. Chi viene in Italia per il paesaggio e le sue bellezze? Nessuno. E quindi si dà un bel colpo di spugna e si toglie un po’ di potere alle sovrintendenze. E la ministra Madia, un’altra illuminata di questo Governo, dice sì al silenzio-assenso per la tutela dei beni artistici e paesaggistici, riduce i termini e fa confluire le sovrintendenze nelle prefetture, per essere proprio sicuri che tutti i regali fatti con lo sblocca Italia arrivino a destinazione. Si sa, infatti, che i controllori danno fastidio a chi ha una concezione del potere monocratica e pensa di essere stato investito – non si sa bene da quale entità suprema – del potere di fare, disfare e decidere in barba al Parlamento.

Allora, vi invito, cari cittadini, innanzitutto ad andare a riascoltare gli interventi svolti in quest’Aula, quelli che smontano punto per punto la riforma che, già di per sé, non sta in piedi. Tra l’altro, è una riforma davvero pericolosa perché, essendo anche scritta male e piena di vulnus, potrebbe creare quel caos istituzionale che spesso è stato il preambolo, l’anticamera di periodi storici che noi italiani ricordiamo ancora molto bui del nostro Paese; periodi storici con i quali, evidentemente, non ci siamo finora riconciliati e scesi a patti, se ci ritroviamo ancora oggi ad aver paura che ritornino.

Renzi, però, ha anche detto che, se vince il no, si ritira dalla politica. E questa è la motivazione principe – tra l’altro sottesa a tutto il mio intervento – per andare al referendum confermativo e votare no. Se il signor Renzi dovesse infatti, per caso, in un momento di folgorazione su una delle tante vie – non sono quale – andarsene veramente, sarebbe soprattutto una grande fortuna per il Paese e per tutti i cittadini che vi abitano. E poi, se nell’andarsene si portasse anche tutte le varie ancelle di cui si circonda, quelle ancelle i cui sorrisi oggi non rassicurano più tanto…

PRESIDENTE. Può rimanere nel merito senza offendere.

MONTEVECCHI (M5S). Non sto offendendo. Sto dicendo: portasse con sé anche quelle ancelle.

Guardi, vice presidente Fedeli, sa che cosa è veramente vergognoso e veramente offensivo? Essersi liberati di un ventennio berlusconiano in cui si è sempre data una certa immagine della donna; e proprio lei, che fa parte di un partito che ha sempre condannato quella cosa e si è sempre indignata nei confronti dell’immagine della donna che quel ventennio ha dato, oggi fa parte di quel partito che ha espresso un Premier che ancora si circonda di ancelle.

E allora finisco di dire quello che stavo dicendo, senza alcuna vergogna. I sorrisi di queste signore, che una volta rassicuravano, oggi sono diventati inquietanti per le numerose ombre che nascondono.

Allora, cari cittadini, ad ottobre, quando ci sarà il referendum, liberiamoci di questa inquietudine, facciamo brillare di nuovo il cielo delle stelle della democrazia e votiamo un bel “no”. (Applausi dal Gruppo M5S).

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