MONTEVECCHI (M5S). Signor Presidente, oggi è un giorno di lutto per questo Paese. Con questo voto di fiducia, si uccide la scuola pubblica e democratica italiana come noi l’abbiamo conosciuta fino ad oggi.
L’hanno uccisa perché non vogliono adulti pensanti, adulti consapevoli; adulti che abbiano sviluppato la capacità di un pensiero critico, ovvero adulti in grado di valutare il Parlamento e il lavoro parlamentare. Vogliono continuare ad avere adulti lobotomizzati, come hanno tentato di fare con la propaganda politica e culturale nei media di questo Paese, i media di regime che, ancora oggi, coprono le nefandezze di questa riforma, facendola passare per una che migliorerà la scuola. Ma non è così, e noi lo urliamo nelle Aule parlamentari con grande potenza e con grande forza.
La scuola pubblica muore, ma invece quella privata paritaria – udite, cittadini! – gode di ottima salute, perché Renzi continua a mettere soldi nella scuola privata paritaria. Il modello che vuole portare in questo Paese è quello di una scuola pubblica sempre più povera che dovrà poggiarsi sempre di più sulle gambe del privato, e infatti i finanziamenti privati entrano in massa dentro la scuola e detteranno legge dentro la scuola. Vogliono dettare legge su quella che sarà la didattica, la pedagogia, perché vogliono creare un bacino di manovalanza a basso prezzo, con contratti di lavoro precari e, quindi, una massa ricattabile, non più libera di protestare. (Applausi dal Gruppo M5S).
Ce lo chiede l’Europa, con un documento del 1995. Per una volta stavamo arrivando in ritardo e ci voleva Renzi per mettere il turbo dove non serviva. Ce lo chiede la JP Morgan, perché alla JP Morgan non vanno bene le Costituzioni degli Stati nazionali sovrani. Vuole alleggerire le Costituzioni e, quindi, si sta facendo un favore all’Europa delle banche e dei banchieri. Si sta facendo un favore a Confindustria, a Reteimprese, a TreeLLLe, perché questa riforma scontenta tutti – il mondo della scuola, gli studenti, i genitori – gioca con le loro vite, ma accontenta il centrodestra. Questa riforma è la riforma Berlusconi 2.0. Non è la riforma di Renzi. (Applausi dal Gruppo M5S).
Avremo una scuola che procurerà e produrrà disuguaglianze – l’ho già detto ieri, ma ci torno sopra – perché produrre disuguaglianze, non dare pari opportunità a tutti è un attentato alla Costituzione e i cittadini lo devono sapere. Si sta giocando con la vita degli insegnanti, degli studenti e degli stessi dirigenti scolastici. Non si venga a dire che i dirigenti scolastici sono contenti di questa riforma, perché non è vero, e lo abbiamo sentito nel corso delle audizioni. Anche questa, quindi, è una balla che gira, perché nemmeno a loro piace questa riforma.
Ma veniamo invece a come sarebbe la scuola del Movimento 5 Stelle, la scuola che vorrebbe “la” scuola. Il Movimento 5 Stelle, insieme alle altre opposizioni, si fa portavoce del mondo della scuola, la cui voce non è stata ascoltata dalla ministra Giannini. Forse, Ministra, il mondo della scuola non ha infarcito i propri discorsi e le proprie istanze di un numero sufficiente di termini inglesi? Forse lei avrebbe capito di più le istanze della scuola se avessimo iniziato a parlare di stakeholders o di upgrading? Forse le sarebbe arrivato meglio il messaggio, visto che lei dice che, con questa riforma, vuole anche valorizzare e potenziare lo studio della lingua italiana ed aiutare i bambini stranieri ad apprenderla più velocemente. Ma proprio lei che ogni tre per due usa un termine inglese? Fuffa, Ministra, fuffa, perché una linguista che ha a cuore la lingua italiana usa la lingua italiana in tutta la sua ricchezza. (Applausi dal Gruppo M5S).
La scuola che invece vorrebbe il mondo della scuola, come diceva bene la senatrice Mussini, è la scuola di adesso. Non è la vostra scuola. La scuola di adesso è già una scuola innovativa, perché noi abbiamo già tanti esempi di innovazione che vanno avanti nonostante voi invece di prendere quegli esempi ed inserirli nella buona scuola, li volete frustrare. C’è l’istituto «Ettore Majorana» di Brindisi; ci sono altri istituti in cui si portano avanti nuovi modelli didattici, dove si sono abbandonati i banchi di scuola e ci sono tavoli circolari dove i ragazzi possono collaborare e partecipare anche alla creazione dei contenuti didattici da far circolare nella scuola; dove i ragazzi sono spronati a sperimentare, ad elaborare, a mettere a frutto le proprie intelligenze, a sviluppare il pensiero critico proprio nell’indagine, nella ricerca e nell’elaborazione.
Tutto questo, però, non c’è in questa riforma, perché lei, Ministra, si è preoccupata di essere il braccio di Renzi, il braccio dell’Europa delle banche e della JP Morgan. Lei è sotto incantesimo, è la convitata di pietra nella vicenda relativa alla riforma della scuola. E io ho pena e spero che questo incantesimo si sciolga presto. Mi auguro di poter sentire dalla sua bocca qualche parola, non dico intelligente, ma qualche parola. Dica qualcosa, neanche qualcosa di sinistra, ma dica qualcosa! (Applausi dal Gruppo M5S).
Perché attentate alla scuola? Come diceva Calamandrei, trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può fare. Con il decreto-legge sblocca Italia avete reso il nostro Paese una terra di conquista di investitori stranieri senza scrupoli, di trivelle, senza più vincoli per la bellezza del nostro paesaggio, del nostro patrimonio artistico. Si passerà sopra a tutto in nome degli interessi economici.
Con il jobs act avete creato un mondo di precari. Con la riforma della scuola avete portato il precariato dentro la scuola. Vi mancava questo tassello per distruggere la Costituzione perché – come diceva Calamandrei – la scuola è un organo costituzionale, al pari della Camera dei deputati, del Senato e del Presidente della Repubblica, e attaccare la scuola oggi significa attaccare un organo costituzionale.
Pertanto, concludo il mio intervento con un appello ad un garante, che non è quello che siede al posto del senatore Calderoli, e non è il Presidente del Senato, perché egli è anche più sordo di voi. Oggi mi rivolgo ancora più in alto, cioè al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché faccia sentire la sua voce al mondo della scuola e a questo Parlamento. Il Presidente della Repubblica è stato Ministro della pubblica istruzione e nel 1989 si trovò a gestire la prima conferenza nazionale sulla scuola, in cui si discuteva di rinnovamento, di riforme e si affrontava il tema dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Presidente Mattarella, faccia sentire la sua voce, perché il Paese in questo momento ne ha estremo bisogno. (Applausi dai Gruppo M5S e Misto-SEL e dei senatori Casaletto, Mussini e Campanella).
Sono un docente di Informatica,sono campano e vivo in Campania, profondamente disgustato da quanto accade nel nostro parlamento e più in generale nel nostro paese.
Ammiro il coraggio e la determinazione sua e di tutti i suoi colleghi del Movimento 5s ma ,non me ne voglia,anche la sua eleganza e la sua grazia, che mai vengono meno, anche negli interventi più duri.
Continuerò a sostenere il suo movimento.
Le esprimo tutta la mia stima e riconoscenza per le battagle che conduce per il nostro Paese e
le auguro buon lavoro.