Il 30 ottobre scorso ha iniziato l’iter parlamentare il DDL 2690, vale a dire il Bilancio di previsione dello Stato per il 2018. Sulla manovra finanziaria per il prossimo anno, che estende alcuni effetti anche al triennio 2018-2020, il M5S sta intervenendo in Commissione Bilancio con numerosi emendamenti, che riguardano i Beni culturali, ma anche Università, ricerca scientifica, formazione e scuola. Qui e nei prossimi post ecco i principali emendamenti a mia prima firma, molti dei quali segnalati in Commissione.
L’articolo 39 della Finanziaria è tra quelli al centro della nostra attenzione, perché riguarda “Misure in favore della cultura”. Partiamo dunque dal delicato capitolo dei Beni culturali e dalle diverse articolazioni dei nostri emendamenti su questo fronte.
Le nuove assunzioni
Il nostro primo intervento si concentra sulla carenza di personale nelle attività legate ai Beni culturali e dispone ben precise politiche assunzionali. L’emendamento, segnalato in Commissione, prevede che per il triennio 2018-2020 il Mibact, entro un limite massimo di spesa pari a 4 milioni di euro per ciascun anno, attui «un piano straordinario di assunzioni a tempo indeterminato, finalizzato a risolvere la grave carenza di personale concernente le attività professionali che operano nell’ambito dei beni culturali».
Stanziamo dunque i fondi necessari per un piano triennale di assunzioni all’interno del Ministero, dove da tempo si lamentano, senza finora affrontarli e risolverli, endemici vuoti di personale, basti ricordare ad esempio che nei prossimi 5 anni, circa il 60% dei bibliotecari attualmente in organico lascerà il servizio. E poi gli Archivi di Stato: a gestire l’enorme memoria pubblica sono attualmente (dati 2016) 621 dirigenti archivisti del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, ma il 94,6 per cento di loro ha più di cinquant’anni e il 66,3 per cento supera i sessanta. Sono solo 29 i funzionari che oggi hanno meno di cinquant’anni e 4 coloro che ne hanno meno di quaranta. Senza contare il fronte, tuttora scoperto, dei restauratori, in numero assolutamente esiguo rispetto all’immenso patrimonio esistente in Italia.
Cataloghi e digitalizzazione
Con un ulteriore emendamento, anche questo segnalato in Commissione, ci soffermiamo sul tema strategico della catalogazione e digitalizzazione del patrimonio culturale italiano. Tema, questo, al quale sono da sempre particolarmente sensibile, avendo personalmente realizzato la Mappa dell’abbandono dei luoghi culturali, ovvero un itinerario, tappa dopo tappa, fra i tesori artistico-monumentali dimenticati del belpaese. La relativa indagine conoscitiva era stata approvata all’unanimità a Palazzo Madama il 6 marzo 2016.
E proprio affinché esista e si tramandi la conoscenza precisa delle nostre ricchezze (storiche, artistiche, architettoniche, monumentali, archivistiche, musicali, librarie, etc.), disponiamo nella Finanziaria che sia istituito fin dal 2018 un “Fondo per la catalogazione e digitalizzazione per la salvaguardia del patrimonio culturale”, che avrà in dotazione 1 milione di euro a decorrere dal prossimo anno. Tale fondo, lo ricordiamo, era negli obiettivi del passato Decreto Cultura del governo rivolto ai giovani. E rimasto, come tanti altri, lettera morta. Con il nostro emendamento il progetto rinasce, stavolta su basi concrete e con la necessaria copertura finanziaria.