Interrogazione a risposta orale di MICHELA MONTEVECCHI – Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo –
Premesso che:
si apprende da articoli di stampa, tra i quali “Pista di ghiaccio nel Teatro romano, l’ultimo sfregio ai tesori di Verona” pubblicato da “Repubblica.it” il 16 settembre 2016, che a Verona, nel suggestivo e delicatissimo Teatro romano, è stata realizzata una pista di ghiaccio di 25 metri per 14, in occasione di un galà organizzato dalla ditta Antolini Luigi & C SpA al quale si accede solo tramite invito;
l’utilizzo del Teatro è stato concesso per il periodo dal 24 settembre all’1 ottobre 2016, per un evento di natura privata intitolato “Cinema on Ice by Antolini” nel quale i pattinatori interpreteranno le più celebri colonne sonore di film famosi suonate da un’orchestra di 45 elementi;
considerato che, risulta agli interroganti:
inizialmente, nel mese di aprile 2016, la Giunta comunale di Verona ha negato l’uso del Teatro per la suddetta iniziativa in quanto incompatibile con gli eventi già autorizzati; nel giugno 2016, a sorpresa, il Comune ha revocato le autorizzazioni già accordate concedendo quella per il galà sul ghiaccio;
inoltre, la Sovrintendenza il primo settembre 2016 ha fornito il benestare all’iniziativa, dando come unica, a parere degli interroganti debole, condizione quella dell’adozione di tutte le cautele possibili affinché le installazioni non danneggino le strutture monumentali;
in direzione opposta si era invece posta la Direzione dei Musei di Verona, che aveva chiesto alla Giunta comunale di non concedere il teatro perché la trasformazione in pista di ghiaccio di un monumento archeologico così delicato e bisognoso di restauro non risulta essere consona al decoro del monumento stesso;
considerato inoltre che:
il Decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004, contiene norme a tutela dei beni culturali vietandone, all’art. 20, “usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”;
a parere degli interroganti il Comune di Verona, che non sarebbe nuovo a tali impieghi dei beni culturali, dimostra di utilizzare i monumenti della città come se fossero proprietà privata, accreditando in tal modo la percezione che l’attuale giunta stia intraprendendo un percorso globale di privatizzazione;
si chiede di sapere:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti;
quali iniziative di competenza intenda intraprendere al fine siano verificate le criticità evidenziate, anche per evitare che la concessa iniziativa privata da svolgersi nel Teatro di Verona non acquisti la valenza di precedente pericoloso a danno dei beni culturali e archeologici del nostro Paese.