Nonostante sia stata emanata fin dal 2014 la legge sull’istituzione di un registro per i professionisti dei beni culturali, a distanza di tre anni continua la lotta dei precari, per ottenere riconoscimenti e trattamenti economici adeguati, e dei tanti giovani talenti che rimangono ai margini del settore. Parliamo di figure strategiche per la tutela di un bene primario, anche in termini di economia e sviluppo, quale è quello dei tesori artistici che fanno dell’Italia un unicum nel mondo.
In questi anni ho condotto più volte in Aula e in Commissione autentiche battaglie per regolamentare queste professioni e valorizzarne la funzione, ricordo in particolare proprio il mio intervento dell’11 giugno 2014, quando si trattava di conferire assetti definitivi alla legge 110 (Modifica al codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi nazionali dei suddetti professionisti), che sarebbe stata promulgata poche settimane dopo.
Ai primi entusiasmi ha fatto seguito la successiva fase di stallo, tanto che ho ritenuto necessario chiamare a raccolta esperti, addetti ai lavori e non, per un confronto aperto dal titolo
I professionisti dimenticati: lavorare nei Beni Culturali.
Il convegno, che avrà inizio alle ore 14,30, si terrà lunedì 18 dicembre 2017 presso la Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, Piazza Capranica, 72 Roma.
Dopo la mia introduzione ci saranno le relazioni di Giuliana Galli, direttore a contratto del Parco Archeologico Appia Antica (L’archeologo in Italia. Una professione in via di estinzione), la restauratrice Silvia Mangionello (Uno nessuno e centomila. La situazione dei restauratori di Beni Culturali, un paradosso tutto italiano), la storica dell’arte Lucinia Speciale (Diagnosta di Beni culturali: formazione accademica e accesso alla professione), Micaela Procaccia, dirigente Patrimonio archivistico – Direzione Generale Archivi (Professione archivista: criticità e prospettive future), Francesca Cadeddu del comitato esecutivo nazionale AIB (La funzione sociale del bibliotecario: riconoscimento e visibilità della professione) e Tommaso Muccio, presidente Federagit Bologna.
Seguirà dibattito.