PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Montevecchi. Ne ha facoltà.
MONTEVECCHI (M5S). Signora Presidente, è stato ribadito sino alla noia oggi pomeriggio che l’Atto Senato n. 1212 persegue, sin nelle intenzioni, obiettivi di efficienza e razionalizzazione; essi, tuttavia, sembrano in gran parte disattesi.
Nella programmazione del Governo un disegno c’è, ma appare farraginoso, inutilmente complicato, a tratti contraddittorio e, soprattutto, il necessario riordino di strutture e competenze rimane vincolato all’approvazione di un disegno di legge costituzionale per l’eliminazione delle Province. Di questo disegno di legge governativo però abbiamo solo una bozza, e nulla è stato depositato ancora in Senato.
Viceversa, un disegno di legge costituzionale in materia di abolizione delle Province e disposizioni per la destinazione delle risorse rese disponibili al finanziamento di opere per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, il n. 1373 per l’esattezza, è stato comunicato alla Presidenza l’11 marzo scorso ed è stato presentato dal Movimento 5 Stelle. Un disegno di legge per il quale abbiamo richiesto l’immediata calendarizzazione (dichiarata dal Presidente, secondo noi impropriamente, inammissibile) e per il quale comunque ci riserviamo di chiedere la procedura d’urgenza.
Come abbiamo già avuto modo di sottolineare nella nostra pregiudiziale, suscitano non poche perplessità la confusione ordinamentale e l’estrema complessità del meccanismo di riordino. Entrando un po’ più nel merito, per quelle che sono le parti di mia competenza, anche gli aspetti che riguardano la materia culturale appaiono a nostro modo di vedere emblematici di un navigare sotto costa senza avere ben chiara la rotta da seguire. Nel testo in esame, infatti, tra le funzioni amministrative di interesse provinciale che si prevede di sopprimere c’è la valorizzazione dei beni culturali, ma non è specificato a chi queste funzioni andrebbero, qualora sottratte alle Province perché soppresse. E questo aggiunge inquietudine a un lungo novero di inquietudini, date le condizioni in cui versa il nostro comparto culturale. Inoltre, il testo del Governo prevede una programmazione provinciale della rete scolastica nel rispetto della programmazione regionale: un sintomo evidente di quella sindrome da matrioska o, se preferite, da scatole cinesi di cui è afflitto il sistema degli enti locali nel nostro Paese.
Concludo: l’unica strada perseguibile ci pare pertanto affrontare il problema alla radice e procedere al più presto – come abbiamo più volte ribadito – con l’approvazione di un disegno di legge costituzionale che disponga l’abolizione delle Province e che sia conseguentemente in grado di ridefinire, con criterio e con criteri di semplificazione e razionalizzazione della spesa, l’architettura stessa degli enti locali. (Applausi dal Gruppo M5S).