La legge europea 2017 è stata predisposta per sanare le procedure aperte per infrazione. Ma, seppur in lieve calo, ancora oggi sul nostro paese si attestano 65 procedure, di cui 54 per violazione del diritto dell’Unione e 11 per mancato recepimento di direttive. Questo la dice lunga sul nostro Paese, perché tra le ultime procedure aperte per infrazione c’è la 017/2090 che riguarda la compatibilità del decreto legislativo n. 56 del 19 aprile 2017, vale a dire il Correttivo appalti.
Altra procedura d’infrazione aperta è sulla certificazione dei sistemi di raccolta elettronica. E ancora, quella sull’osservanza della direttiva Euratom, che istituisce un quadro comunitario per la gestione compatibile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Contrariamente a quanto diceva ieri il sottosegretario Gozi («siamo stati bravi perché abbiamo dimezzato il contenzioso europeo»), in realtà mi pare non ci sia alcunché di cui andare fieri, perché il contenzioso è ancora corposo.
La ragione è che in Italia si verifica il fenomeno del gold plating, ovvero una sovraregolamentazione, che porta a procedure d’infrazione per errato recepimento: una bulimia normativa che sta portando a creare provvedimenti su provvedimenti, perdendo di vista il bene comune. E quando ci tocca adeguarci alla normativa UE, non si trova più il bandolo della matassa. Oppure, perché recepiamo le direttive con un occhio che guarda all’Unione Europea e un occhio che guarda ad interessi del tutto italiani.
Un caso è proprio quello della Siae, il cui monopolio è duro a morire, se non fosse che nel contesto di questa legge europea, anche se il M5S dal 2014 denuncia questa situazione anomala e ha presentato numerosi emendamenti e ordini del giorno, finalmente il Governo si è deciso ad approvare un odg che lo impegna nella imminente legge di bilancio a sanare questa situazione che è scandalosa. Li aspettiamo al varco della legge di bilancio.
Però succede anche che tra una procedura d’infrazione e l’altra, con un “emendamentin”o presentato in Aula dal PD, si estendono i poteri dell’Agcom in materia di monitoraggio e di diritto d’autore online.
guarda il video del mio intervento al Senato nel corso della seduta del 10 ottobre 2017 sulla Legge europea