Interrogazione a risposta orale presentata in Commissione
MICHELA A. MONTEVECCHI – Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo –
Premesso che:
si apprende da diversi articoli di stampa, tra cui quello pubblicato su “Il Giornale” del 9 febbraio 2017 dal titolo “Imprenditori francesi si “comprano” gli scavi di Pompei”, che una cordata di imprenditori francesi finanzierà a Pompei “un progetto che andrà avanti fino al 2027 con una media di investimento di 2 milioni all’anno”;
a confermare la notizia del quotidiano Il Giornale è stata il portavoce del commissario europeo per le politiche regionali, Corina Cretu, recatasi a Pompei con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, per fare il punto sui finanziamenti europei del “Grande Progetto Pompei”;
considerato che:
come indicato nel medesimo articolo a fare da garante al nuovo progetto saranno le Nazioni Unite;
si legge inoltre nell’articolo suddetto che il nuovo consorzio d’Oltralpe interessato a investire, anche grazie alla detrazione fiscale che in Francia copre fino al 60 per cento del finanziamento, è appoggiato dal Governo francese, impegnato in un’operazione di immagine che passa anche attraverso la “sponsorizzazione” di progetti culturali al di fuori dei confini nazionali;
il citato progetto prenderà il via con il restauro di tre domus attualmente chiuse al pubblico, poi si proseguirà con il recupero di una ampia zona indicata dalla Soprintendenza in accordo con l’Unione Industriali e NaplEst;
considerato inoltre che:
come si apprende da un articolo de “Il Mattino” dell’11 febbraio 2017, titolato “Scavi di Pompei, dai francesi cinque milioni per tre case”, le domus da restaurare sono: Casa del Centenario, Casa degli Epidii, Casa di Giulio Polibio;
la progettazione dovrebbe iniziare in primavera e solo dopo il fondo di dotazione si attiverà per la ricerca di finanziatori; le gare potrebbero essere bandite per fine anno. A lavori finiti, una piccola targa sulle domus restaurate ricorderà i mecenati che li hanno finanziati;
considerato altresì che, a parere degli interroganti:
non si conoscono le modalità esecutive di questa collaborazione che è fondata solo su un rapporto di fiducia a priori. Non è comprensibile infatti che si attivi un rapporto di tale importanza senza avere un progetto iniziale che garantisca la salvaguardia del sito e la trasparenza delle operazioni;
si chiede di sapere:
se il Ministro interrogato non ritenga azzardato affidare, seppure parzialmente, ad un Paese straniero un sito simbolo del patrimonio artistico italiano per un periodo così lungo senza conoscere anticipatamente la tipologia di interventi che verranno effettuati;
se ritenga opportuno, prima di avviare un rapporto con il consorzio francese, fare una valutazione preventiva dei progetti verificandone la fattibilità, il rispetto dei criteri di restauro, della normativa e della valenza storica del sito in questione.