Il Movimento 5 Stelle ne aveva chiesto la sospensione dal Mibact perchè indagato, Renzi invece vuole promuoverlo. E’ la storia di Salvatore Nastasi, direttore generale del Mibact per lo Spettacolo dal vivo, che non solo non è mai stato sospeso ma che ora a quanto pare il Presidente del Consiglio vorrebbe come prossimo commissario per gestire la difficile riconversione dell’ex area siderurgica di Bagnoli.
Ma come mai il governo sceglie per una funzione tanto delicata un super dirigente del Ministero su cui gravano ombre pesanti? Possibile che non ci siano personalità più specchiate e dalla storia più trasparente a cui affidare questo incarico?
Andiamo a vedere chi è Salvatore Nastasi: amico del faccendiere Luigi Bisignani e di Gianni Letta, Nastasi compare più volte nelle intercettazioni sulla P4 e in quelle dell’inchiesta della Procura di Firenze sulla cosiddetta ‘cricca’ della Protezione Civile.
Ma il suo nome finisce nel registro degli indagati per un’inchiesta della Corte dei Conti di Napoli sullo spreco per i lavori di restauro del Teatro Grande di Pompei, che portano al sequestro preventivo di beni per quasi 6 milioni di euro all’allora commissario straordinario dell’emergenza archeologica vesuviana Marcello Fiori.
Durante questa allegra gestione di Pompei, Nastasi è il capo della Commissione di indirizzo e coordinamento del Mibact che approvava il piano degli interventi contestati dalla Procura.
Tutto questo, oltre ai suoi legami che emergono con altre zone grigie della politica italiana, sarebbe sufficiente per suggerire al governo maggiore cautela. Renzi, invece, per le nomine che contano sembra preferire altri requisiti, in questo caso i legami familiari illustri e le conoscenze di peso che fanno di Nastasi il ‘ministro ombra’ della cultura italiana.